”Possiamo essere compiaciuti della vitalità della comunità ebraica in Germania.” Con questa affermazione la cancelliera tedesca Angela Merkel ha ricordato che gli ebrei che vivono in Germania rappresentano la terza comunità d’Europa.
Ebrei sopravvissuti ai campi di concentramento o che erano riusciti a nascondersi erano ritornati. Ad essi si sono aggiunti profughi provenienti dall’Europa orientale. La popolazione ebraica che, nel corso dei secoli, aveva contribuito a caratterizzare la vita tedesca, è tornata a esserne parte integrante.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale (1939-1945), dopo il genocidio in cui sono stati sterminati sei milioni di ebrei europei, nessuno si sarebbe potuto immaginare che degli ebrei avrebbero potuto tornare a vivere in Germania. Ma nel dopoguerra la Germania è diventata una società libera, democratica e pluralista ed è riuscita a integrare gli ebrei che erano ritornati e i nuovi immigrati. L’integrazione può essere considerata compiuta, il che non implica che gli inimmaginabili orrori perpetrati contro gli ebrei vengano dimenticati. Perché i crimini che i tedeschi hanno commesso con l’olocausto non hanno uguali.
Questa unità di apprendimento apre scorci sul destino degli ebrei che per secoli hanno vissuto nel territorio abitato da popoli di lingua tedesca, dove hanno però anche subito persecuzioni e dove è stato messo in atto un piano per sterminarli.