È necessario che le categorie grammaticali vengano designate in modo univoco. E si deve anche evitare che le denominazioni consolidate dalla tradizione interferiscano con l’esigenza di avere una grammatica coerente.
In questa grammatica abbiamo cercato di soddisfare queste esigenze utilizzando termini
(a) che la possano caratterizzare meglio come grammatica delle dipendenze
(b) che siano più facilmente comprensibili a chi sta cominciando a studiare il tedesco.
Nella maggior parte dei casi siamo a conciliare questi criteri e a rispettarli entrambi. Alcune volte è stato invece necessario privilegiarne uno dei due. Così quando abbiamo dovuto decidere se chiamare “complementi” o “argomenti” i sintagmi che dipendono dal verbo, abbiamo scelto di chiamarli “argomenti”, che è il termine usato nelle grammatiche delle dipendenze, benché ci possa essere più familiarità con il termine “complemento”.
D’altra parte siamo venuti incontro a chi sta studiando la lingua tedesca decidendo di chiamare “congiuntivo I passato” e “congiuntivo II passato” i tempi composti dei due congiuntivi, evitando i termini tradizionali “congiuntivo perfetto” e “congiuntivo piuccheperfetto” che avrebbero evocato un significato temporale diverso da quello che quei tempi realmente esprimono.
Anche l’esigenza di passare da denominazioni tedesche a denominazioni italiane ha comportato delle difficoltà. Ci sono infatti termini tedeschi consolidati che hanno assonanza con parole italiane dal significato del tutto diverso, ad esempio Partikel, che è cosa ben diversa dalla nostra “particella”. In alcuni casi, invece, il termine italiano non è ancora di uso del tutto comune, ad esempio “articolo possessivo”, “articolo negativo”. Per ridurre al minimo le difficoltà terminologiche a fianco delle denominazioni italiane abbiamo riportati i termini tedeschi. Ove ciò non è sembrato sufficiente, per evitare confusioni abbiamo coniato termini nuovi (è questo il caso di “parola-articolo” o di “argomento modificativo”) o abbiamo precisato che la parola italiana esprime un significato diverso da quello che si tenderebbe ad attribuirle.

Una figura danzante è disegnata tra frasci di linee curve.
Oskar Schlemmer, Tanzender Mann (1921), HekmanDigitalArchive